Per caso,più che guidata da una precisa intenzione, in libreria mi sono caduti gli
occhi su alcuni volumi di Graham Greene, autore di cui avevo già letto “il
nostro agente all’Avana” che mi aveva piacevolmente colpita e siccome i suoi
libri mi sembra siano un po’ difficili da reperire ho deciso di comprarmene
almeno uno. La scelta è ricaduta su questo perché mi interessano molto i libri
ambientati in un contesto storico recente che inquadrino elementi di fantasia in
una cornice di eventi realmente accaduti e poi il tema dello spionaggio durante
la seconda guerra mondiale sembrava molto promettente, su questa falsariga
avevo già letto “la cruna dell’ago” di Ken Follet, romanzo che ho trovato molto
riuscito e intrigante e così ho acquistato questo volume con discrete
aspettative. Purtroppo il mio giudizio finale non è così positivo come avrei
auspicato dato che la storia non decolla mai, e dopo aver voltato l’ultima
pagina resta un senso di insoddisfazione dovuta al fatto che si sente la
mancanza di qualcosa, di un colpo di scena.
Si aspetta per oltre 200 pagine che il romanzo passi a un livello
superiore ma ciò non accade mai e tutto sommato la storia rimane piatta e poco
coinvolgente. Non mi ha convinto, e soprattutto non mi ha incuriosito e
invogliato a girare pagina, l’ho finito più che altro per forza d’inerzia. Grande
assente: il frizzante humor inglese che aveva piacevolmente caratterizzato “il
nostro agente all’Avana” opera a mio parere decisamente superiore di questo
autore.
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