Northanger Abbey
Ed eccomi qui in un momento in
cui non ho proprio nulla da fare, in attesa dell’inizio dell’università, che
decido di prendere in mano dopo un periodo di pausa quasi vergognosamente
lungo, un nuovo libro,perché io senza far niente non ci so proprio stare! Mi
ero ripromessa che in questo mese mi sarei dovuta dedicare all’ozio più
completo, beh ci sono riuscita per quasi dieci giorni, poi ho ceduto, anche
perché nella mia giornata c’erano proprio un paio d’orette che non riuscivo ad
occupare in nessun modo e nelle quali mi annoiavo a morte, niente di meglio che
riempirle con un libro. Ed ecco che mi capita tra le mani una garanzia di buona
riuscita, non un libro qualsiasi ma una sicurezza, perché leggere Jane Austen
per me non è altro che questo, una specie di tutela, certo nell’avvicinarmi a “l’abbazia
di Northanger” non mi aspettavo un capolavoro ai livelli di orgoglio e
pregiudizio o persuasione ma sapevo dentro di me che non mi avrebbe deluso, una
convinzione che si è rivelata esatta. Il libro è molto scorrevole, naturalmente
ben scritto anche se in alcuni passi ho trovato l’articolazione del periodo un
po’ macchinosa e non fluida come mi sarei aspettata ma non so se attribuire
questa piccola mancanza alla traduzione o meno. E’ certamente un romanzo
piacevole che cattura il lettore a partire dalla seconda metà, ci si ritrovano
tutti gli elementi che caratterizzano gli altri scritti dell’autrice e in più
una pungente ironia nei confronti del romanzo gotico, devo infatti confessare
che più di una volta mi sono ritrovata a ridere di gusto davanti alle
imbarazzanti situazioni in cui la protagonista si va a cacciare e in varie
occasioni mi sono ripetuta “ non può essere così sciocca da fare questo!!” e poi
come rimanere impassibili di fronte a personaggi a mio parere esilaranti quali
Isabel e suo fratello John. Insomma anche questa volta la Austen è stata capace di
catturare la mia curiosità e coinvolgermi nella storia anche se all’inizio
nutrivo dei dubbi in proposito in quanto risulta un po’difficile immedesimarsi
nei vari personaggi un po’ troppo eccessivi in certi loro caratteri che
finiscono per giganteggiare dando l’idea di personalità un po’ piatte i cosiddetti “flat characters” ma d’altronde
credo che questo fosse il loro ruolo all’interno dell’economia del romanzo ed
hanno indubbiamente assurto alla loro funzione di mettere in ridicolo certi
comportamenti della società inglese. Quindi a ben vedere non c’è nulla fuori
posto in questo romanzo in quanto ogni cosa concorre a comporre un buon intreccio.
Unica pecca a mio parere il
finale troppo affrettato, avrei preferito qualche pagina in più ma mi rendo
conto che forse il vero scopo della scrittrice non era quello di dilungarsi
sull’ happy ending, accettando questa considerazione non posso dire altro che
di essere soddisfatta di questa lettura che consiglio vivamente!!
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